Su Seddatzeddu
Il gioco del setaccio
Descrizione
Un gioco di tradizione, che imita il clichè delle commissioni affidate dalle mamme ai bambini e bambine: dov’è finito il setaccio che era stato prestato?. Parte integrante e fondamentale del gioco è il rituale iniziale di domande e scambio verbale tra il giocatore che cerca il setaccio e il suo interlocutore. Tradizionalmente il dialogo si tiene in lingua sarda ma può risultare molto interessante lo scambio culturale in caso di presenza di diverse lingue e/o dialetti dei partecipanti. Ogni turno si ripete il momento della scelta di un compagno/a da salvaguardare o allo stesso tempo da escludere dallo scambio dei posti. Il momento finale dello scambio assicura un buon ritmo del gioco e una media richiesta di movimento a livello fisico. Per disegnare le “case” dei partecipanti si possono usare varie soluzioni: gesso, nastro, piastrelle o altro.
Dialogo iniziale
Chini sesi? / Chi sei?
Seu tzia/tziu / Sono zio/zia (nome)!
Ita bollisi? / Cosa vuoi?
Du tenis tui su seddatzeddu? / Ce l’hai tu il (mio) setaccio?
None!
E chini du tenidi? / E chi ce l’ha?
Du tenidi compai / commai… Ce l’ha compare/commare [nome]
Componenti
Elementi caratteristici del gioco.
- Drammatizzazione: Alta richiesta
- Complessità della preparazione: Bassa
- Occorrente: Bassa richiesta
- Complessità delle regole: Media
- Scambio di ruoli: Media frequenza
- Movimento e sforzo fisico: Media richiesta
Approfondimenti
Materiali di approfondimento sui temi del gioco.
Francesco Tanini è un educatore esperto nei Metodi dell’Educazione Attiva, si è formato nei Cemea della Toscana, Cemea della Sardegna e Cemea del Lazio. Attualmente referente della ludoteca “La Carrozza di Hans” a Firenze, si occupa dei temi che legano gioco e contesti educativi.
Partecipa
Conoscevi una versione differente di questo gioco? Magari con un altro titolo? Pensi che la regola sia sbagliata o che il gioco debba trovarsi in una categoria diversa? Hai dei suggerimenti, delle correzioni, o dei complimenti da fare?